La recensione di Rachet and Clank:Into The Nexus

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  1. zapboss
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    Quello dei platform è forse il genere videoludico che, nell’attuale generazione, ha dovuto maggiormente scendere a patti con i tempi allo scopo di non tradire le potenzialità offerte dai performanti sistemi, assecondare la curiosità degli sviluppatori e incontrare i nuovi gusti e le nuove esigenze di un famelico pubblico allargato. Baffuti idraulici a parte, il ruolo di portabandiera è passato dalle pacioccose zampe di mascotte salterine alle rozze mani di soldati cibernetici e semidei coi pettorali in bella vista, esponenti di altre categorie che da loro hanno imparato molto e poi insegnato altrettanto.

    È presto risultato evidente che l’azione, il combattimento e l’impostazione cinematografica fossero elementi pressoché imprescindibili nella stesura di un’avventura di successo e ciò ha portato a un progressivo assottigliarsi delle differenze tra generi videoludici e alla nascita di ibridi entrati oramai a far parte dell’immaginario comune. In quest’ottica, quello di Ratchet & Clank rappresenta uno degli esempi più pertinenti: nato come ennesimo gioco di piattaforme a far coda a un periodo particolarmente fulgido per la categoria, il team di sviluppo ha saputo dargli un’impostazione accattivante sapendo cogliere ciò che gli appassionati desideravano giocare, con occhio vigile al mondo circostante e facendo tesoro delle nuove esperienze nel campo degli sparatutto.

    Dopo tre ottimi capitoli su PS2, la serie si è trovata a togliere le castagne dal fuoco alla terza console Sony nel controverso periodo che ha seguito il suo lancio: il merito va al meraviglioso R&C: Armi di distruzione, episodio che ha dato i natali alla saga “Future” delle avventure della strana coppia, laddove Insomniac riuscì a integrare le meccaniche da sparatutto in un contesto da platform game, sapendo caratterizzare i personaggi con disinvoltura e consegnando ai giocatori un controllo preciso e intuitivo, il tutto nel tripudio del loro nuovo e convincente motore grafico. Una vera consacrazione, insomma.
    Eppure nonostante lo standard qualitativo non abbia subito flessioni da allora, la sorte della serie ha incontrato qualche ostacolo di troppo: alcuni capitoli drammaticamente brevi, esperimenti di gameplay e variazioni sul tema hanno confuso le idee ai fan e a conti fatti la sensazione è che i bravi ragazzi del team americano si siano fatti prendere in contropiede dalle aspettative sempre più alte create attorno ai loro prodotti. Ratchet & Clank: Nexus si inserisce in questo contesto annunciando la chiusura della saga con la più classica delle operazioni di fan service.
    Eppure anche questo è, ahimè, un titolo controverso.

    Nexus ripresenta le meccaniche dei più fortunati episodi, ne riprende strutture, ambientazioni, personaggi e qualche arma, si lascia ispirare qua e là da altri giochi con un occhio di riguardo al mercato indipendente e impacchetta il tutto in un’avventura della durata di una manciata di ore a prezzo budget. Che può voler dire tutto e non dire niente. È innegabile che il prezzo (29,90€ in Europa) possa far drizzare le antenne tanto a chi romanticamente pregusta le nuove peripezie del suo Lombax preferito, quanto a chi è rimasto scottato dalle ultime uscite sulla stessa linea economica. Lontano da fette di salame o complottismi, sta perciò all’occhio e alla sensibilità di ciascuno chiamare questo Nexus un’operazione di riciclo o una saggia riproposizione di un prodotto di successo, accusarlo di scarso coraggio o apprezzarne il ritorno alle origini, urlare indignati al plagio o sorridendo cogliendo questa o quella citazione, rimpiangere le costose produzioni all’avanguardia o gradire il saluto di una grande saga in un formato e a un prezzo più accessibili.

    La trama vede Ratchet, Clank e la loro cricca impegnati a scortare una pericolosa strega spaziale, Vendra Prog, a bordo di un’astronave sulla strada per la meritata galera, quando l’intempestivo intervento del tanto vituperato quanto nerboruto gemello Neftin le consente di evadere, fare disastri e mettersi in testa di resuscitare la solita immonda creatura dell’altro mondo.
    Sta a noi e ai nostri eroi, dispersi in una galassia sconosciuta ma guarda caso stracolma di cattivoni, evitare che la situazione precipiti e ristabilire l’ordine. Di certo non una premessa da Oscar e anche il resto della sceneggiatura si rivela semplicistica, fiacca e non degna del finale coi fiocchi che ci si augurava, nonostante qualche apprezzabile virata verso tematiche più mature, tenendo sempre chiaro fin dove arrivare nel prendersi sul serio.

    L'aspetto audiovisivo si attesta sugli ottimi standard a cui la serie ha abituato, pur non concedendo particolari slanci o evoluzioni, come in placida attesa dei confronti con le incalzanti esperienze next gen. Regge bene come al solito il motore grafico, fluido e generoso di effetti di luce ed esplosioni di ferraglia grazie a una direzione artistica che, nonostante il comprensibile e spietato saccheggio dal passato, sa ancora farsi apprezzare per saturazione dei colori e qualità nei disegni di nuove armi e personaggi. Buono l'accompagnamento musicale che offre temi mai ingombranti e un main theme orchestrale epico e orecchiabile. Poco da aggiungere sugli effetti sonori che concedono i soliti tocchi di humor per i rumori delle inverosimili armi da fuoco, mentre la qualità del doppiaggio in italiano si conferma di buon livello.

    Anche controller alla mano, Nexus è il solito Ratchet di sempre. Il breve tutorial fornisce tutti i mezzi necessari e l’immediatezza dell’azione permette anche al neofita di famigliarizzare rapidamente con un sistema di controllo ben rodato e mutuato in parte dai “veri” sparatutto in terza persona. Anche nelle novità la risposta è impeccabile: mi riferisco all’uso del Gravilink per creare correnti magnetiche che permettono di raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili e di un certo accessorio da “indossare” che offre grande libertà di movimento e che non rivelerò per correttezza visto che non c’è poi molto altro da scoprire (nulla che non giri già da tempo sulla Rete, quantomeno non sarò io a togliere il gusto).
    È infatti la breve durata a colpire al cuore il gioco e con lei la sensazione generale che sia stata spesa minor cura per i dettagli affidandosi alla solida ossatura di base: storia banalotta e prevedibile, scarsa varietà di nemici e ambientazioni, nessuna modalità multigiocatore. Il bilanciamento delle armi per esempio risulta ancora una volta a tratti incomprensibile: accrescerne il livello diventa ben presto un gioco da ragazzi e la potenza di fuoco così ottenuta, parlo in particolare della Bomba a Fusione, diventa tale da abbattere il già discutibile livello di sfida.
    Lascia a desiderare anche l’utilizzo dei collezionabili durante l’avventura, dal momento che per quanto si possa affrontarla con meticolosità, i bolt guadagnati non permetteranno affatto di acquistare più di una manciata di armi più belle che utili, né ci sarà richiesto di spendere i bolt d’oro rinvenuti, rendendo perciò necessaria una seconda partita (fortunatamente conservando la dotazione ottenuta) per saggiare tutte le possibilità offerte.

    Insomniac si è spesso dimostrata particolarmente reattiva nel seguire il vento giusto e in questa occasione sembra aver rivisitato alcuni elementi presenti in titoli indipendenti di successo per la realizzazione degli ormai consueti minigiochi a enigmi che vedono Clank in azione. Grazie a un’abilità speciale il robot può interagire con l’Antiverso, in un ambiente bidimensionale, manipolandone la gravità e mostrando meccaniche ben conosciute a chi ha apprezzato piccole perle come VVVVVV, And Yet it Moves o il più recente Tommy Was Alone, senza comunque l’intenzione di avvicinarne ricchezza o complessità. Sia chiaro, l’omaggio più evidente va ai classici Nintendo e se per Mario Galaxy o Starfox il paragone è presto fatto per ambientazioni stellari e level design “gravitazionale”, è il confronto con Metroid Prime a raggiungere risultati persino imbarazzanti a partire dalla mappa con i pianeti esplorati, il parcheggio dell’astronave all’arrivo sul nuovo mondo, fino all’eclatante esplorazione di alcune caverne dove saremo accolti da bestie aracniformi accompagnati da un sottofondo davvero troppo famigliare per non sembrare intenzionale.

    Può costituire una citazione anche l’abbozzato (eufemismo) backtraking, ma questo fa più rabbia che altro, perché emblema di come sarebbe bastato davvero poco, a parità di risorse, per dar più vitalità e interesse a un titolo frizzante, spassoso, immediato, preciso, piacevole da guardare e ascoltare eppure tremendamente castrato dal suo essere semplice e fugace. Rabbia per le potenzialità inespresse, la sensazione di more-of-the-same e perché si tratta di chiudere un’epoca dando probabilmente gli ultimi saluti alla strana coppia con l’antipatica impressione che il tutto non renda loro giustizia.

    COMMENTO
    È un’impressione appunto, questa è la mia ed è il vero motivo di un voto meno generoso di quello che avrebbe altrimenti meritato - perché cribbio, mi sono divertito tanto a giocare! - ma è giusto ricordare che il prezzo ridotto costituisce un incentivo all’acquisto e un atto di onestà verso gli appassionati che non tutti i publisher sono pronti a compiere, anzi. Trovo perciò scorretto accanircisi tanto a priori (alzi la mano chi non ha pensato male all’annuncio del prezzo) quanto a posteriori (la alzi ora chi non pensa male a cose fatte). Questo Nexus è un’avventura divertente e immediata, apporta qualche aggiunta alla sua granitica struttura e non fa mai perdere il sorriso e proprio quando ci si sta cominciando a prendere gusto, ecco proprio lì che fa? Tira i remi in barca.

    MODUS OPERANDI
    Ho scaricato il gioco dal PSN grazie a un codice download gentilmente fornitomi da Sony. Ho portato a termine l’avventura a livello Eroe in circa 7 ore senza correre troppo e raccogliendo una buona quantità di bolt. Riavviato il tutto nella modalità Sfida a livello Leggenda, ho passato qualche altra ora a guadagnare punti abilità e trofei. Il resto del fine settimana l’ho impiegato a tentare improbabili combinazioni di tasti nella vana speranza di far saltar fuori mondi bonus o modalità extra.


    IL GIUDIZIO DI IGN SU RATCHET & CLANK: NEXUS

    Voto
    su 10
    7 Presentazione
    Squadra che vince non si cambia (più).Trama sottotono e da un finale ci si aspettava altro. Il prezzo budget rappresenta, inconsciamente, un’arma a doppio taglio.
    8.5 Grafica
    Solito e solido motore grafico. Si ricicla senza troppi complimenti, ma personaggi e armi sono come sempre squisitamente sopra le righe.
    8 Sonoro
    Tema principale epico e orecchiabile, doppiaggio in italiano ancora una volta di buona fattura.
    8 Gameplay
    Immediato, fracassone, divertente e disinvolto. Il bilanciamento e la reale utilità di alcune armi lasciano un po’ interdetti.
    5 Longevità
    Poche ore per terminare l’avventura e lo stimolo per riavviarla va cercato dentro di sé: comprare e potenziare ogni arma, raccogliere tutti i bolt d’oro, i punti abilità e i trofei terrà impegnati per più tempo. I fan smaliziati lo giochino direttamente a livello difficile.
    7.5
    TOTALE
    BUONO
    (su 10 - Non è una media)
     
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