Metal Gear Solid V: The Phantom Pain - Anteprima

by IGN Italia

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  1. zapboss
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    In un mondo che sembra aver voltato lo sguardo al Giappone, al suo modo di fare videogiochi, c’è ancora un uomo pronto a tornare sul campo di battaglia, a vivere un nuovo scontro, forse l’ultimo. O forse solo il primo, quello che segnerà la rinascita, la vendetta. Quest’uomo è Hideo Kojima, quest’uomo è Big Boss, o Venom Snake, come sembra voler essere riconosciuto all’interno dell’universo di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain.

    Dopo lo splendido trailer di oltre cinque minuti presentato al media briefing di Sony, eccezionale nel montaggio, nella regia e nella scelta della colonna sonora (la “Nuclear” di un nuovissimo Mike Oldfield), il testimone è passato alla demo hands-off presentata a porte chiuse sullo showfloor losangelino dell’E3 2014. Il risultato? Eccellente, sotto ogni profilo. Un primo significativo assaggio del mastodonte che potrebbe riportare Konami e proprio il “modo di fare giapponese” sotto i riflettori, quelli che contano per davvero. Di progetti in arrivo dall’antica patria (ereditaria) dei videogiochi, di questa dimensione, di tale ambizione, non se ne vedono all’orizzonte.

    L’orizzonte che scruta Venom Snake in sella a un cavallo ai bordi di un insediamento in Afghanistan è offuscato da una tempesta di sabbia. Nulla che possa impedirgli di tornare in azione, di mettersi in gioco e ricordare al mondo (di MGS V, ma forse non solo) chi è e quale possa essere la sua inarrivabile caratura. The Phantom Pain è stato giocato di fronte ai miei occhi in versione PlayStation 4, sparato attraverso un proiettore che esalta la risoluzione Full HD e i 60 frame al secondo praticamente inattaccabili, per tutta la durata della dimostrazione.

    Venom Snake si sta ancora abituando al suo braccio meccanico, così generosamente inquadrato nel trailer citato sopra. Qualche smorfia e lancia il suo cavallo verso l’insediamento civile, in realtà tenuto sotto controllo dalle forze nemiche sovietiche, alla ricerca di Master Miller. La sua missione: salvarlo entro tre giorni, prima che un differente destino faccia il suo corso e consegni il sequestrato al mondo dei più. Una rapida cavalcata, il tema musicale che muta dolcemente verso toni più allarmanti quando si avvicina a una zona presidiata dai nemici e allora ecco che con un colpo tranquillizzante esploso dalla distanza riesce ad annullare il primo soldato, scivola sul fianco del cavallo, aggira la casupola diroccata e zittisce anche il secondo. Fin qui, tutto bene. Ancora meglio però: si avvicina ai due corpi e, agendo attraverso un menu contestuale essenziale ed elegante, li assicura a due palloncini/paracaduti che li spediscono verso Mother Base.

    Esatto, il sistema Fulton già visto in azione in Peace Walker, così come il concetto della Mother Base, tornano protagonisti in The Phantom Pain. Snake può letteralmente lanciare i nemici storditi, ma anche casse di materiale o interi veicoli (per tacer della povera pecora che fa la stessa fine), verso la sua base galleggiante. Un quartier generale da costruire ed espandere a proprio piacimento e da popolare proprio con amici e nemici recuperati sul campo di battaglia. In qualsiasi momento è sufficiente un comando per richiamare un elicottero che consente a Snake di tornare a casa base, magari per scoprire che è sotto attacco.

    Ma la missione in Afghanistan continua, mentre il rappresentante di Konami si premura di segnalare che la mappa generale di gioco di The Phantom Pain sarà 200 volte più estesa di quella di Ground Zeroes. Snake estrae il suo binoloco ultra-tecnologico, avvista da lontano alcuni soldati e, con la pressione di un pulsante, li marca. A quel punto saranno sempre visibili, anche nel caso dovessero muoversi dietro a un muro o a un ostacolo che, teoricamente, li nasconderebbe alla vista. Riesce a raggiungere silenziosamente l'ennesimo nemico: pistola puntata alla nuca e parte un velocissimo interrogatorio, seguito dal colpo tranquillizzante e dall'ennessimo lancio verso Mother Base. Uno sguardo più attento al terreno rivela la presenza di alcuni diamanti grezzi, elementi da collezionare che ben si integrano con le forze dell'esercito di Snake: Diamond Dogs (e via, altra citazione musicale colta, questa volta dalle parti di David Bowie).

    Nel frattempo è in arrivo una nuova tempesta di sabbia: in The Phantom Pain è attivo non solo un ciclo giorno-notte del tutto nuovo e che influenzerà le missioni, ma cambiano anche le condizioni climatiche in maniera dinamica. Poco dopo è la volta di chiedere aiuto agli operatori in remoto dalla Mother Base, per capire come affrontare al meglio l'ingresso nella porzione più densamente popolata (di nemici) del paesino. Snake sceglie a quale dei suoi “collaboratori” affidarsi, in base alle inclinazioni e al livello di esperienza degli stessi: la profondità sembra essere l'ultimo dei problemi di Metal Gear Solid V.

    Il parere ultimo e definitivo è che sia meglio attendere il cambio della guardia nemica e far passare letteralmente la nottata, che si sta avvicinando velocemente. Una nuova funzione permette a Snake di accendersi un bel sigarone (il Phantom Cigar) che modifica la sua percezione del tempo. Un escamotage sfizioso per arrivare più semplicemente verso la fase del giorno preferita. Intanto le guardie “marcate” continuano a essere visibili: sono andate a dormire, alcune sono entrate in azione e ora è il loro turno.

    Finalmente è venuto il momento di lanciarsi verso il villaggio: con una corsa decisa Snake raggiunge il retro di un edificio e parte il giochetto del rimando al passato della serie. Il nostro si fa consegnare via aerea una scatola di cartone, si avvicina a un nemico che con la coda dell'occhio lo nota. Ma grazie alla possibilità di saltare fuori dal lato della stessa, e considerato che il soldato non ha notato la cosa (ma teoricamente avrebbe potuto, se il movimento fosse stato fatto coi tempi sbagliati), Snake può andarsene e utilizzare la scatola stessa come esca. Sempre che non voglia richiamare l'attenzione dei nemici battendo sul muro come un tempo, anche se questa volta non è necessario trovare un muro: grazie al braccio e al pugno meccanico, può produrre un suono metallico in qualsiasi momento.

    Snake procede riuscendo a raggiungere l'interno di un edificio in cui scova alcuni documenti, l'obiettivo principale di questa fase della missione. Dopo una rapida scansione degli stessi, invia le informazioni contenute al centro nevralgico di elaborazione dati, che può così acquisire nuovi dettagli sull'ubicazione del rapito. Ma è qui che scatta il problema: qualcuno si è accorto della presenza di Snake e si apre la danza dei proiettili in aria. Per concludere questo primo ed esaltante incontro con MGS V, il barbuto eroe di mille battaglie chiede il supporto di un attacco aereo: giusto il tempo di raggiungere una jeep, salirci in groppa e fuggire, mentre i caccia fanno esplodere nemici ed edifici.

    Il Fox Engine al lavoro con la nuova generazione di console è uno splendore.
    Metal Gear Solid V: The Phantom Pain promette di mettere nelle mani dei giocatori un'avventura grande, corposa, spettacolare e dalle meccaniche profonde, oltre che innovativa (in particolar modo per la saga). Con una libertà ancora più accentuata che in passato e una veste grafica assolutamente imponente.
     
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0 replies since 13/6/2014, 08:27   58 views
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